L'acquavite di genziana
è un distillato che viene prodotto dalle radici della
genziana maggiore (Gentiana lutea), raccolta nei pascoli tra i 1000 e
i 2.500 m di altitudine. L'epoca del raccolto è la tarda estate
(agosto-settembre). Il prodotto viene lasciato fermentare e
distillato con alambicco a bagnomaria; il calore viene fornito dalla
combustione della legna. In seguito, il liquore viene tenuto a
invecchiare in contenitori di vetro per almeno un anno.
martedì 3 dicembre 2019
lunedì 2 dicembre 2019
Amacha
L'Amacha
(甘茶)
è una tisana giapponese a base di foglie fermentate di Hydrangea
macrophylla var. thunbergii. Il nome deriva dai caratteri giapponesi
dolce (甘 い) e tè (茶).
Amacha significa quindi tè dolce.
Questo tè contiene tannino e
fillodulcina, un dolcificante 400-800 volte più dolce dello zucchero
da tavola (saccarosio) o 2 volte più dolce della saccarina. Non
contiene caffeina. La bevanda è accreditata con proprietà
antiallergiche. Viene anche usata nella prevenzione della
periodontite.
Questo tè è spesso usato nelle
cerimonie per celebrare il compleanno del Buddha, nel buddhismo
giapponese l'8 aprile. In tale occasione, i giapponesi versano amacha
su piccole statue di Buddha decorate con fiori, come se facessero il
bagno a un neonato.
domenica 1 dicembre 2019
Amaro alle erbe alpine delle montagne di Cesana
L’Amaro alle erbe alpine delle
montagne di Cesana
è un amaro ottenuto tramite
infusione in alcol etilico di erbe officinali spontanee.
La documentazione ne attesta la
produzione nelle valli Susa già agli inizi del XX secolo. In
particolare sulle montagne di Cesana Torinese era tradizione
raccogliere erbe officinali spontanee e successivamente, a livello
familiare, farne infusi alcolici.
È un liquore dal colore scuro,
ambrato, con un indice alcolico pari a 33°.
Le erbe officinali vengono ancora
raccolte sulle montagne di Cesana e successivamente lavorate in un
liquorificio piemontese. L'amaro ottenuto può essere gustato nei
ristoranti di qualità della zona.
Oltre all'alcool etilico, acqua e
zucchero si usano erbe officinali (quali l'Achillea millefoglie,
l'angelica, l'assenzio, la maggiorana, il timo) e spezie (chiodi di
garofano). Si fanno macerare gli ingredienti e dopo ripetute
filtrature, il liquido viene distillato fino alla gradazione alcolica
di 35°.
Per le varie operazioni si impiegano normalmente recipienti di acciaio inox.
Per le varie operazioni si impiegano normalmente recipienti di acciaio inox.
sabato 30 novembre 2019
Il cocktail più interessante
Ammirate i Vaportini.
Potresti chiederti, che cos'è questo
aggeggio che sto guardando nella foto?
Sembra una piccola ciotola per pesci
rossi con una cannuccia
sopra un bicchiere da pinta che ha
una candela votiva accesa sul fondo.
Per un qualche motivo, c'è un
piccolo imbuto a destra del bicchiere. Che cos'è tutta questa
follia? Personalmente penso che qualcuno stesse cercando di inventare
un bong per l'alcol. L'idea di base qui è di prendere il tuo spirito
preferito e versarne una modica quantità o giù di lì nel globo di
vetro. Oh, ecco a cosa serve l'imbuto, per portare l'alcol nel posto
giusto. Si accende la piccola candela nella parte inferiore del vetro
per poi impostare il globo su di
esso. In un periodo di tempo abbastanza breve il vapore comincerà a
staccarsi dall'alcool, si aspira questo vapore usando la cannuccia di
vetro.
Che cosa potrebbe andare storto?
Stiamo combinando fuoco, alcool ad alta
gradazione alcolica e vetro. I vapori dell'alcool che si respirano
sono a circa 60° Celsius. L'idea è che l'alcol arriverà più
rapidamente al cervello se lo si inala direttamente nei polmoni. Che
ci crediate o no, i medici concordano nel dire che inalare fumi
alcolici caldi usando vetro e fuoco probabilmente non è la cosa
migliore per la vostra salute.
venerdì 29 novembre 2019
Succo di frutta
Con succo di frutta,
anche detto estratto, si
intende il risultato della spremitura, con conseguente separazione
della parte polposa, di frutti diversi. I succhi di frutta come
arance o mele sono molto comuni ed il loro consumo è cresciuto negli
ultimi anni per merito delle loro qualità nutritive. I succhi
possono essere concentrati e richiedere quindi l'aggiunta di acqua.
Per la produzione di succhi di frutta si usano tecniche come
l'evaporazione, essiccazione e pastorizzazione.
Fra i succhi più popolari in commercio
ci sono quelli di mela, arancia, arancia rossa, mandarino, pompelmo,
ananas, pomodoro e uva.
I succhi di frutta non sono da
confondere con le bevande o i nettari, prodotti contenenti altri
ingredienti oltre ai derivati dalla frutta. Le confezioni dei
prodotti in commercio riportano sempre in etichetta la denominazione
commerciale affinché il consumatore non sia confuso.
Il termine succo di frutta, nell'Unione
Europea, è definito come: "il prodotto fermentescibile ma non
fermentato..." ottenuto da frutti sani e maturi (dir.
2001/112/CE e successivi aggiornamenti).
Dal 2012 non è più possibile
addizionare zuccheri ai succhi messi in commercio come tali; i soli
zuccheri presenti sono quindi quelli naturalmente contenuti nella
frutta di origine.
Se il succo viene preparato diluendo un
succo di frutta concentrato, il prodotto ottenuto deve essere
etichettato come: "succo di... da concentrato (o a base di succo
concentrato)".
La ricostituzione del succo di frutta
da concentrato deve essere effettuata aggiungendo solo l'acqua
necessaria a raggiungere un contenuto di sostanza secca definita per
legge per le principali specie di frutta.
Il succo viene normalmente sottoposto
al trattamento termico di pastorizzazione, e confezionato in
condizioni di asetticità per garantirne la stabilità microbiologica
(prevenire fermentazioni o ammuffimenti).
Ai succhi di frutta possono essere
aggiunti ingredienti funzionali come vitamine, sali minerali o fibre
alimentari.
Prove iniziali di produzioni di succo
si possono confermare in gruppi di granella di uva risalenti persino
all'8000 a.C., anche se molto probabilmente ciò non era un vero e
proprio succo ma un preparato per vino.
Uno dei primi succhi a comparire fu la
limonata prodotta dall'Italia nel XVI secolo come merce
d'importazione nel Medio Oriente. Nel XVII secolo compare il succo di
arancia.
Nel XVIII secolo James Lind produce
succhi a base di agrumi contro lo scorbuto (talmente efficaci tale
che nel 1867 la Merchant Shopping Act imporrà di tenere succhi di
agrumi a bordo delle navi Ocean-bound).
Nel XIX secolo il Lind sigillò le
bottiglie di succo con sughero e cera e li mise in acqua bollente: in
questo modo aveva creato una pastorizzazione del prodotto che ne
facilitava lo stoccaggio e ne uccideva il lievito responsabile della
fermentazione.
In Bulgaria e altri paesi per succo si
intende un estratto dolcificato di frutta, mentre la versione
naturale è detta nettare; in altri paesi, come la Norvegia, la
Russia, i due termini hanno significati reciprocamente opposti.
Esistono due tipi di estrattori sul
mercato che sebbene producano succo appena spremuto agiscono agli
estremi opposti dello spettro della salute. Essi dunque sono:
- Centrifughe
- Estrattori a freddo
Per estrarre il succo, le lame delle
centrifughe compiono 30 000 rotazioni al minuto comportando pompaggio
di aria e un'ossidazione prematura. Le lame sminuzzano la frutta in
microparticelle, che esposte all'aria ne compromettono le proprietà
chimiche rilevanti a livello biologico, le proprietà organolettiche
ed i valori nutrizionali.
Gli estrattori a freddo (detti anche
masticatori) sono disponibili sul mercato dal 1934, ma solo negli
ultimi decenni questo macchinario ha avuto larga diffusione in molti
paesi del mondo.
I masticatori estraggono il succo
gentilmente e a basse temperature. I giri del cestello (75-160
rotazioni al minuto) non ossidano il prodotto e mantengono il
prodotto vivo. Rispetto alle centrifughe, gli estrattori a freddo
riescono ad estrarre il doppio dei valori nutrizionali.
L'unico svantaggio dei masticatori è
la mancata pastorizzazione del prodotto, che quindi dovrà essere
consumato subito dopo la sua spremitura.
Un'estrazione economica di succo di
frutta, succo di prima spremitura e succo di verdura si
contraddistingue non solo da un'eccellente qualità del succo. È
importante anche un elevato sfruttamento delle materie prime con una
spesa minore possibile per la gestione, la manutenzione e la
riparazione delle centrifughe, delle presse a nastro e degli impianti
utilizzati.
giovedì 28 novembre 2019
Vino di riso
Il
vino di riso
è una bevanda alcolica ricavata dalla saccarificazione e
dalla fermentazione del riso glutinoso. Presenta una colorazione
ambrata, ha un sapore che può essere dolce o secco, ha un'alta
gradazione alcolica che si aggira fra i 15 e i 20 gradi e può essere
consumato caldo o freddo. Il vino di
riso è diffuso in molti paesi asiatici fra cui la Cina (mijiu,
mi-gio), il Giappone (sakè),
le Filippine (tapuy) e
l'Indonesia. La bevanda viene anche
usata per insaporire gli alimenti e da essa si possono ricavare altri
prodotti, fra cui l'aceto di vino di riso giapponese.
mercoledì 27 novembre 2019
Tuaca
Tuaca
è un liquore prodotto fino al
2010 dalla Tuoni e Canepa di Livorno. Il 31 marzo di quell'anno viene
chiusa la storica distilleria di Livorno
localizzata nella zona industriale
del quartiere di Salviano. È oggi prodotto per la Brown-Forman
Corporation dalla Tuaca Liqueur Company di Louisville, Kentucky.
Il liquore è dolce e di colore
ambrato. Nei suoi ingredienti si trovano brandy, essenza di arancio,
e vaniglia. La vaniglia è l'aroma dominante. Ha una gradazione
alcolica del 35%.
Si suppone che la ricetta sia
tramandata dai tempi del Rinascimento. Una leggenda narra che fosse
stata creata da Lorenzo il Magnifico e riscoperta nel 1938 da Gaetano
Tuoni e Giorgio Canepa.
Il liquore nasce come Milk Brandy,
fatto con latte, brandy e vaniglia. Successivamente, il latte verrà
eliminato dalla ricetta ed il nome del liquore cambiato in Tuoca.
Negli anni sessanta, grazie ad un italiano trapiantato in California,
Mario di Grazia, proprietario di una catena di distribuzione di
liquori a San Francisco, inizia la distribuzione del liquore negli
Stati Uniti. A seguito dell'inizio delle vendite oltre oceano, al
fine di facilitarne la pronuncia in inglese, il nome viene cambiato
ancora una volta assumendo il definitivo Tuaca.
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