mercoledì 30 giugno 2021

Vin brulé

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Il vin brulé (anche noto come Glühwein, dal tedesco, Vin Chaud in francese, Mulled Wine in inglese) è una bevanda calda a base di vino (tradizionalmente vino rosso), zucchero e spezie aromatiche diffusa in numerosi paesi e semplice da preparare.
In Europa centrale si consuma vin brulé soprattutto nel periodo dell'Avvento. In Italia, soprattutto settentrionale, si trova nei mercatini di Natale, o, più in generale, preparato artigianalmente in pentole o thermos e distribuito al pubblico durante le feste popolari del periodo invernale, compreso Carnevale. In alcuni casi si trova anche in vendita già pronto imbottigliato, quindi solamente da scaldare.
Il predecessore del vin brulé è il conditum paradoxum dell'antichità.
Nel Medioevo invece si consumavano vini speziati freddi, come l'Ipocras (sinonimo di ippocrasso), e che somigliavano al moderno vin brulé per le spezie usate e per il sapore.
Il costume di bere del vino cotto si diffuse soprattutto tra le popolazioni alpine o comunque dei paesi europei freddi. Successivamente, si diffuse in tutto il mondo.
Il vin brulé si prepara riscaldando vino rosso (nella versione tradizionale) o vino bianco, aggiungendo quindi zucchero a piacere e diverse spezie, di base cannella e chiodi di garofano. In alcuni casi vi si aggiungono facoltativamente delle scorze di limone, anice stellato, mela e/o qualche spicchio di mandarino.
Durante la lunga bollitura del vino, l'alcool etilico evapora a 83 °C. Tuttavia spezie e zuccheri dovrebbero essere aggiunti dopo, in fase di raffreddamento della bevanda, poiché eccessive temperature formerebbero un prodotto di decomposizione degli zuccheri, l'idrossimetilfurfurale (HMF), il quale è sospettato di cancerogeneità. Dunque, per mantenere il vino caldo nel tempo durante, ad esempio, una festa, sarebbe opportuna una fonte di calore sempre minima e costantemente controllata.
I vin brulé economici pronti in commercio vengono spesso preparati con dei vini di scarsa qualità e fortemente dolcificati per mascherarla. Un vin brulé di qualità superiore è fatto da vini rossi da tavola corposi, con l'aggiunta soltanto di poche spezie e di poco zucchero.
I vini utilizzati variano nelle diverse regioni. In Germania si utilizza di solito vino rosso, nell'Italia settentrionale e alcune province tedesche anche il vino bianco, in Austria tutti e due.
In Italia esistono differenti varianti. Ad esempio, il vinbruè è il vin brulé in Veneto ed è preparato di solito con vino Chardonnay o con vino Pinot bianco con l'aggiunta di cannella, mela e chiodi di garofano, viene consumato soprattutto durante il panevin assieme alla pinza e il bisò è il vin brulé in versione romagnola, preparato con Sangiovese speziato e servito molto caldo. Nella città di Faenza, la sera del 5 gennaio si celebra la Nott de bisò, manifestazione legata al palio del Niballo. Il nome "bisò" è tradizionalmente fatto derivare dalla frase dialettale bì sò! ("bevete, su!"), ma si tratterebbe di una paretimologia: l'origine del nome andrebbe fatta risalire al tedesco Bischoff (o inglese bishop), parola che, oltre che "vescovo", significa appunto "vino rosso caldo", per via del colore che richiama appunto l'abito vescovile.
Le varianti invece che contengono il rum, l'acquavite o liquori come l'amaretto in realtà non sono delle varianti di vin brulé ma piuttosto di punch.
La gradazione alcolica dipende ovviamente dal vino utilizzato, di solito dagli 11 ai 14 gradi alcolici. Tuttavia sopra gli 80 °C l'etanolo del vino evapora, pertanto la gradazione alcolica del vin brulè è molto variabile e diminuisce in base al tempo (lungo) ed il modo (fiamma bassa) di cottura dello stesso.

martedì 29 giugno 2021

Jagertee




Lo Jagertee (Jagatee o Jägertee, letteralmente "tè del cacciatore") è una bevanda calda a base di tè nero, obstler (particolare grappa alla frutta) eventualmente rum (simile ad un punch) e speziato alle erbe.
La bevanda è diffusa in numerosi paesi dell'Europa centrale soprattutto in quelli di madrelingua tedesca soprattutto tra i turisti nelle Alpi.
Nonostante sia alquanto semplice da preparare, viene anche venduto nei negozi in bottiglia, in modo che sia semplice diluirlo in acqua bollente anche a casa (1/3 di bevanda e il resto acqua calda).
Nel XIX secolo questo particolare tè era utilizzato dai cacciatori durante le lunghe attese nei freddi inverni. Oggi invece è diventata una normale bibita da bar, soprattutto negli après-ski causando molti incidenti tra gli sciatori.
Il suo nome è stato messo sotto la tutela delle bevande prodotte in Austria; ciò ha comportato che in Germania che lo Jagertee venga venduto con il nome di Huttentee ("tè della capanna") o Forstertee ("tè della foresta").
Si è calcolato che vengano prodotti industrialmente circa 600 m³/anno in Austria e circa 400 m³/anno in Germania.
Nell'area del Tirolo storico, vi sono diverse ditte che impiegano ricette che possono fregiarsi del titolo di Original Jager-Tee ed una di queste con ingredienti naturali e senza coloranti viene prodotta in Alto Adige.
Lo Jagertee, come il vin brulé, è molto meno alcolico del componente alcolico originale, poiché durante il processo della sua preparazione gran parte dell'alcool brucia od evapora. Esso ha solitamente 12-15 gradi alcolici.

lunedì 28 giugno 2021

Crown Royal

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Crown Royal è un whisky canadese con tasso alcolico del 40%. L'industria è in possesso della Diageo Canada PLC che acquistò la Crown Royal quando la Seagram si sciolse nel 2000. È il whisky più venduto e famoso del Canada.

Storia

La produzione del Crown Royal iniziò nel 1939 ma la vendita era riservata ai soli membri della corona inglese (da qui il nome). La vendita venne aperta al pubblico solo nel 1964.
Oggi tale whisky è prodotto nelle distillerie delle città di Gimli, Manitoba, Canada (fino al 1992 era invece prodotto a Waterloo, Ontario).

Curiosità

  • La Crown Royal è stata sponsor di una scuderia NASCAR ed è attualmente sponsor della International Race of Champions.

domenica 27 giugno 2021

Paradosso francese

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Per paradosso francese si intende il presunto fenomeno per il quale in Francia, nonostante il relativamente alto consumo di alimenti ricchi in acidi grassi saturi, l'incidenza di mortalità per malattie cardiovascolari (ossia le malattie del cuore e dei vasi sanguigni) è relativamente bassa, inferiore rispetto ad altri Paesi dieteticamente comparabili. Su tale apparente paradosso si è speculato che il consumo di vino rosso potesse proteggere da malattie cardiache.

Descrizione

Il termine paradosso francese fu coniato da Serge Renaud, uno scienziato dell'Università di Bordeaux. Renaud, dal confronto tra popolazione americana e francese, osserva come la seconda abbia un'incidenza relativamente bassa di disturbi alle coronarie, sebbene faccia una dieta ricca di grassi saturi.
Il concetto è stato poi sviluppato da alcuni epidemiologi francesi.
L'associazione tra il consumo di vino rosso e l'apparente bassa incidenza di coronopatie ha indotto i produttori di vino a sfruttare tale speculazione per incentivarne il consumo. Tuttavia le ricerche disponibili ad oggi non hanno ancora dimostrato in modo convincente l'esistenza effettiva di un rapporto causa-effetto tra il consumo di vino e la prevenzione di malattie cardiovascolari. Anzi, è invece dimostrato che per la prevenzione del cancro e delle malattie cardiovascolari è meglio evitare di bere alcolici.
Sono state formulate anche altre ipotesi, tra cui il fatto che nelle regioni francesi in cui la mortalità da malattie cardiovascolari è minore si osserva un più alto consumo di vegetali particolarmente ricchi di folato.

Evidenze

La correlazione tra bassa mortalità per malattie coronariche e consumo di vino è stata avanzata per la prima volta nel 1979 con ulteriori studi pubblicati nel 1980 da alcuni epidemiologi francesi. A partire da questa prima ipotesi numerose ricerche sono state effettuate per dimostrare quali fattori potessero avere un effetto protettivo. Alcuni studi si sono concentrati sull'effetto dell'alcool, e sono arrivati alla conclusione che un consumo moderato di vino (<40 g/die di etanolo, circa tre bicchieri) limiti l'incidenza di tali malattie, probabilmente per un effetto sul colesterolo HDL e sulla fluidità del sangue. Tuttavia l'alcool non basta di per sé a spiegare il fenomeno, infatti alcuni dati hanno mostrato che il vino è più efficace di altre bevande alcoliche nella riduzione dell'incidenza di queste malattie.
Fiorente è la letteratura al riguardo. Ad esempio anche di recente meta-analisi pubblicazione ha mostrato come ci sia un'effettiva diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari in relazione al moderato consumo di vino e birra, rispettivamente diminuzioni del 31 e 33%.
Secondo alcune ipotesi, la ragione di tale proprietà deriverebbe dai polifenoli di cui il vino è ricco, in particolare il resveratrolo. Queste sostanze sono altamente antiossidanti, e questa proprietà è alla base delle loro riconosciute azioni preventive di diverse malattie. Tuttavia non è possibile dimostrare che le proprietà biologiche mostrate in vitro siano riproducibili in vivo, considerando che per assumere adeguate quantità di polifenoli il consumo di vino dovrebbe essere ben più elevato che due-tre bicchieri al giorno, ma in questo caso l'organismo sarebbe esposto agli effetti negativi dell'alcol. L'attenzione della stampa riservata al resveratrolo tradisce la pressione di interessi economici. Ad esempio un ricercatore che aveva affermato gli effetti benefici del resveratrolo, tale Dipak Das dell'Università del Connecticut, è stato accusato di frode in quanto vi sono evidenze del fatto che lo scienziato abbia avuto interessi diretti nell'evidenziare, con inesattezze scientifiche, le proprietà benefiche del resveratrolo.
Tra le altre ipotesi esplorate, uno studio ha portato l'attenzione su un'altra proprietà del vino, non correlata con i polifenoli: esso sarebbe in grado, anche a bassi dosaggi, di inibire la sintesi del peptide endotelina (endothelin-1), che è un vasocostrittore correlato alle malattie cardiovascolari ed alla aterosclerosi.
Il calcio, presente nel latte e suoi derivati, svolge un'azione di contrasto all'ormone cortisolo, che ha un ruolo importante nell'accumulo di adipe. Al contrario, alti livelli di cortisolo diminuiscono l'assorbimento gastrico e intestinale, e aumentano l'escrezione renale di calcio.

Critiche

Sebbene abbia avuto molta fortuna in passato, tanto che ancora oggi viene utilizzato acriticamente da alcuni mass media, tale concetto è il risultato di un impianto teorico scorretto, non fondato sulla significatività dei dati.
Per quanto riguarda il primo termine, "paradosso", l'apparente incongruenza si basa sul fatto di considerare dieteticamente comparabili due popolazioni che evidentemente non lo sono. In particolare, non viene considerato l'intero panorama del modus vivendi e dell'alimentazione (ci si concentra invece solo sull'uso moderato del vino a pasto), mentre uno studio molto più completo è il LYON, eseguito dall'American Heart Association (AHA), secondo cui la dieta mediterranea ha un significativo contributo nella riduzione del tasso di mortalità della malattia coronarica del 50%. Inoltre, l'associare bassa mortalità al consumo di vino è solo l'affermazione di una correlazione statistica, dalla quale non è possibile inferire direttamente un rapporto di causa-effetto.
Per quanto riguarda il secondo elemento, "francese", l'errore è più evidente. Il tasso di mortalità per malattie coronariche è omogeneo in tutta l'Europa (come si evince dallo studio MONICA, Multinational MONItoring of trends and determinants in CArdiovascular disease, del 1999), decrescendo gradualmente dal nord al sud del continente, in modo tale che non vi è differenza statisticamente significativa tra Belgio e nord della Francia, per esempio, né tra nord e sud della Francia, né tra sud della Francia e Spagna o Italia. Vi è invece una differenza statisticamente significativa tra le popolazioni del nord e del sud Europa.



sabato 26 giugno 2021

Paesi dove sono vietate le bevande alcoliche





Paesi dove sono vietate parzialmente o del tutto le bevande alcoliche

Stato
Note
Consumo alcol annuale (WHO 2010)
Afghanistan
La vendita di bevande alcoliche è vietata in tutti i locali pubblici afghani dal 1973.
0,7 litri
Arabia Saudita
In Arabia Saudita è in vigore la sharia, chi viene arrestato con dell'alcol viene condannato a un anno di carcere e a 360 frustate.
0,2 litri
Bangladesh
Il consumo di alcol è vietato a tutti i musulmani, è permesso invece ai non musulmani e alla popolazione delle Colline di Chittagong (Chittagong Hill Tracts) che sono a maggioranza buddista.
0,2 litri
Brunei
A Brunei è in vigore la sharia dal 2014 e chi viene trovato in possesso di alcol viene frustato.
0,9 litri
Emirati Arabi Uniti
Negli Emirati Arabi Uniti è permesso il consumo di alcolici solo nei bar ai non musulmani in possesso di una speciale tessera rilasciata dal governo, mentre nell'emirato di Sharja è vietato l'acquisto, il possesso e il consumo di alcol.
4,3 litri
India
È vietato consumare alcol negli stati del Kerala, Gujarat, Bihar, Nagaland, Manipur e nel territorio dell'unione delle Laccadive (tranne nell'atollo disabitato di Bangaram dove è presente un bar e un cottage con 60 posti letto); nel resto del Paese è possibile berlo a determinate condizioni oppure è vietato in alcuni giorni detti "dry days".
4,3 litri
Indonesia
Nel territorio speciale di Aceh è in vigore la sharia ed è vietato importare, consumare, detenere e vendere qualunque tipo di bevanda alcolica, la pena sono trenta bastonate. nel resto del Paese dal 2015 è permessa la vendita di bevande alcoliche nei supermercati, negli hotel e nei punti di ristoro.
0,6 litri
Iran
In Iran è in vigore la sharia dalla Rivoluzione iraniana ed è vietato importare, consumare, detenere e vendere qualunque tipo di bevanda alcolica.
1 litro
Iraq
In Iraq è in vigore la sharia e dal 2016 è vietato importare, consumare, detenere e vendere qualunque tipo di bevanda alcolica, la pena per la violazione è una multa di 17.000 dinari (circa 13 euro). La legge non è in vigore nel Kurdistan iracheno.
0,5 litri
Kuwait
In Kuwait sono illegali le bevande alcoliche dal 1964.
0,1 litri
Libia
In Libia è vietato importare, consumare, detenere e vendere qualunque tipo di bevanda alcolica ma è disponibile nel mercato nero. Nel 2013 le bevande alcoliche di produzione casalinga hanno provocato a Tripoli più di 380 intossicati e 51 vittime.
0,1 litri
Maldive
Alle Maldive è in vigore la sharia, quindi è vietato importare, consumare, detenere e vendere qualunque tipo di bevanda alcolica, l'unico posto dove è consentito è all'Hulhule Island Hotel nell'isola di Hulhulé dove si trova l'unico aeroporto; nonostante questo sono disponibili alcolici nei resort turistici.
1,2 litri
Mauritania
In Mauritania è vietato importare, consumare, detenere e vendere qualunque tipo di bevanda alcolica.
0,1 litri
Pakistan
Non è consentito bere ai non musulmani, chi viene arrestato in posesso di bevande alcoliche può essere condannato a 80 frustate, le bevande alcoliche prodotte nel Paese vengono solo esportate. Dal 2015 il governo ha lasciato licenze limitate ad alcuni "wine shop".
0,1 litri
Sudan
Dal 1983 è vietato l'alcol e ora in Sudan è in vigore la sharia ed è quindi vietato importare, consumare, detenere e vendere qualunque tipo di bevanda alcolica. Anche se nella capitale Khartum non è vigore la sharia per i non musulmani.
2,7 litri
Somalia
L'alcol è vietato dalla caduta del regime di Mohammed Siad Barre ed era prodotto il rum introdotto dagli italiani, tuttora continua la produzione nel mercato nero nonostante la sharia e la guerra civile in corso dal 1991.
0,5 litri
Yemen
L'alcol è praticamente vietato dall'unificazione di Yemen del Nord e Yemen del Sud nel 1990. Prima dell'unificazione era in funziona ad Aden l'unico birrificio della Penisola Arabica, il National Brewing Company che produceva la birra Seera, il birrificio venne distrutto nel 1994 dalle truppe dell'ex Yemen del Nord e da allora non venne più ricostruito, oggi sono disponibili alcolici legalmente nei due Sheraton Hotel di Sana'a e Aden.
0,3 litri



Paesi o territori dove erano vietate le bevande alcoliche

Stato o Territorio
Note
Anni divieto
Canada
Tra il 1907 e il 1917 quasi tutte le province canadesi proibiscono a vari livelli l'alcol, dopo esser stato vietato per un breve periodo a livello nazionale dal 1918 al 1920 ogni provincia seguì la propria regolamentazione sull'alcol, nel 1927 venne legalizzato l'alcol in Ontario ma solo nel 1948 nell'Isola del Principe Edoardo. All'epoca era escluso il Dominion di Terranova che entrò a far parte del Canada nel 1949 come provincia di Terranova e Labrador.
A vari livelli tra 1907 e il 1948.
Finlandia
L'alcol venne vietato poco dopo l'indipendenza dall'Impero Russo nel 1919, un referendum nel 1931 rese di nuovo legale l'alcol a partire dal 5 aprile 1932, il proibizionismo finlandese è detto Kieltolaki ("Divieto").
1919-1932
Fær Øer (Danimarca)
L'alcol venne vietato con un referendum nel 1907, un primo tentativo di renderlo legale venne bocciato con un referendum nel 1973; la vendita, la produzione e il consumo di alcol vennero infine legalizzati nel 1992.
1907-1992
Russia / URSS
Il 31 luglio 1914 lo zar Nicola II vietò l'alcol nell'Impero Russo dovuto alla mobilitazione in occasione della Prima guerra mondiale, il divieto dell'alcol venne mantenuto nella Repubblica russa e dai bolscevichi guidati da Lenin dopo la Rivoluzione russa fino al 1923.
1914-1923
Islanda (Danimarca)
Durante il dominio danese venne votata nel 1908 una legge per la proibizione dell'alcol che entrò in vigore solo nel 1915, la produzione, la vendita e il consumo di liquori fu reso di nuovo legale nel 1935, mentre la birra divenne legale solo il 1º marzo 1989 nel giorno che è detto Bjordagur (Giorno della Birra), tra il 1935 e il 1989 la vendita di alcolici era permessa solo nei Vínbúðin (Negozi del vino) di proprietà governativa.
1915-1935
Norvegia
L'alcol venne vietato nel 1916 e confermato con alcuni referendum nel 1919, l'alcol esclusi i liquori furono vietati fino al 1923, nel 1926 si svolse un referendum sul proibizionismo nei confronti dei liquori, il referendum fallì e i liquori divennero legali a partire dal 1927.
1916-1927
Repubblica sovietica ungherese
La Repubblica sovietica ungherese guidata da Sándor Garbai e Béla Kun vietò l'alcol per tutta la sua breve durata fino all'occupazione romena.
21 marzo-1º agosto 1919
Stati Uniti


1920-1933




venerdì 25 giugno 2021

Japanese slipper

 


Il japanese slipper è un cocktail creato nel 1984 da Jean-Paul Bourguignon a Melbourne. È inserito nella lista dei cocktail ufficiali IBA (International Bartenders Association). Questo cocktail dal colore verdastro, causato dalla presenza di Midori e limone, viene bevuto solitamente come digestivo.

Secondo la ricetta ufficiale IBA si prepara con la tecnica Shake & Strain e viene servito nella coppetta da cocktail (o coppa Martini). Gli ingredienti sono: 3 cl di liquore al melone (solitamente il Midori), 3 cl di Cointreau o triple sec e 3 cl di succo di limone. Si può decorare con una piccola fettina di limone e una ciliegia da cocktail.




giovedì 24 giugno 2021

Umeshu

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Umeshu (梅酒) è un liquore giapponese ottenuto dalla macerazione della ume (prugna ancora acerba e di colore verde) nell'alcool (焼酎 shōchū) (o sake) con aggiunta di zucchero di canna cristallizzato. Ha un sapore dolce, leggermente aspro, e un contenuto di alcool di 10-15 gradi. Marche rinomate di "umeshu" sono Choya e TaKaRa Shuzo. Le prugne utilizzate per questo tipo di liquore sono tra le più pregiate del Giappone. Provengono principalmente da Wakayama (Kyushu). Tra queste la Nankou Ume, prugna dalla polpa carnosa e osso piccolo.
I ristoranti giapponesi servono diverse varietà di umeshu, anche in versione cocktail. Umeshu On the Rocks (si pronuncia umeshu rokku), Umeshu Sour (si pronuncia umeshu Sawa), Umeshu Tonic (con 2 / 3 di acqua tonica) e Umeshu Soda (con 2 / 3 di acqua gassata) sono varianti molto popolari di questa bevanda. Un'usanza di moda tra i giovani è quella di mescolare questo liquore con il tè verde (o-cha).
Molte persone producono il loro umeshu in casa.

 
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