Vino e birra richiedono lavorazioni più complesse, ingredienti più vari e attrezzature più articolate (non che non si producessero anche vino e birra ma sicuramente erano meno diffuse), per non parlare dei loro derivati (brandy, vermouth e amari).
Vino e birra richiedono lavorazioni più complesse, ingredienti più vari e attrezzature più articolate (non che non si producessero anche vino e birra ma sicuramente erano meno diffuse), per non parlare dei loro derivati (brandy, vermouth e amari).
Fin dall'antichità si conoscevano le fonti di acqua frizzante. Nella Città di Roma e dintorni le fonti di acqua frizzante erano diverse. Ancora oggi alcune di queste fonti sono usate per imbottigliare acqua minerale effervescente come sgorga alla fonte.
Ecco a te 12 cose che (forse) non sai sulla birra:
Il Guinness dei primati ci dice che un uomo (John Evans) può arrivare a tenere in equilibrio sulla testa fino a 237 pinte di birra. E che con 300 mila sottobicchieri si possono creare le pareti di una casa di 5 stanze. Ma quella della birra è una storia infinita, dove i record sono solo uno degli aspetti. Per esempio lo sapevate che…
1- La paura del boccale vuoto ha un
nome
Si
chiama cenosillicafobia o
cenosillicaphobia
nei paesi anglosassoni dove il
termine è molto più usato (da kylix, che in greco significa coppa).
2- Nell'800 Londra fu colpita da uno
Tsunami di birra
L'evento
è conosciuto come London Beer Flood.
Il 16 ottobre del 1814 si ruppe un
cisterna della fabbrica Meux che conteneva 1 milione e 470 mila litri
di birra. Il liquido invase le strade distruggendo alcune case del
sobborgo povero di St Giles. Persero la vita 9 persone. La fabbrica
invece resistette altri 100 anni (fu chiusa nel 1922).
Nella foto, un enorme tino di fermentazione destinato al birrificio Guinness di Dublino (Irlanda) in una foto del 1949.
3- La birra eccita il cervello
maschile
Una
bella bionda - in pinta - la partita in tv, gli amici: per un uomo,
qualcosa di molto vicino al paradiso. Ma cosa avrà mai di tanto
speciale la birra agli occhi, e alle papille, maschili?
Una
ricerca dell'Indiana University School of Medicine (USA) lo rivela:
la birra stimola nel cervello maschile la produzione di dopamina, un
neurotrasmettitore rilasciato in concomitanza di stimoli legati al
piacere e alla ricompensa.
4- In Germania esistono condutture
ad hoc dove far passare la birra
Succede
a
Gelsenkirchen, dove i bar
nei dintorni dello stadio sono collegati a una grande cisterna da 5
km di tubi attraverso i quali passa la birra. Un modello di
"birradotto" a cui guardano con interesse anche altre
città...
5- Il presidente Barack Obama ha la
sua birra personale
È
la
White House Honey Ale, che
ha fatto il suo debutto a una cena presidenziale nel 2011. La
producono gli stessi chef della Casa Bianca, ma Obama - per non
gravare sul bilancio federale - paga personalmente per l'acquisto
degli ingredienti e della attrezzatura necessaria per far fermentare
gli ingredienti. La ricetta - rimasta segreta per qualche tempo -
prevede anche l'aggiunta di miele prodotto negli alveari del giardino
della Casa Bianca.
6- La birra è stata inventata
nell'antica Mesopotamia, dove oggi è vietata
Esami
scientifici su antiche brocche in ceramica, hanno fatto sì che si
potesse datare la prima produzione di una bevanda nata dalla
fermentazione dei cereali a
7.000 anni fa
nei territori oggi occupati
dalll'Iran, il paese dove il consumo di birra è vietato e punito
addirittura con le frustate e il carcere. Ma non tutto il mondo è
paese. In altre nazioni, al contrario la birra ha persino una festa
nazionale: da Monaco di Baviera in Germania (sede dell'Oktoberfest) a
Qingdao in Cina (dove si tiene il Festival internazionale della
birra).
Nell'immagine, una delle più antiche
testimonianze artistiche sulla birra, proveniente da una tomba egizia
del
1350 a.C.: un siriano beve
birra con una cannuccia.
7- La nazione che beve più birra?
Sorprendentemente è la… Cina
Nel
2011 il suo mercato interno ha richiesto la produzione di 490 milioni
di ettolitri di birra (per un valore di 55 miliardi di euro). E i
maggiori marchi di birra già da tempo creano birre speciali solo per
i cinesi. Il record di consumo pro capite di birra appartiene però
alla
Repubblica Ceca
con 159 litri a persona nel 2010
(contro i 28 litri pro capite dell'Italia e i 36 della Cina).
Nella foto, Boomer, un canguro di 18
mesi, alle prese con la lattina di birra che gli viene offerta da
Kathy Noble, la sua mamma adottiva.
L'animale è stato raccolto da
Kathy lungo il ciglio di una strada, poco distante dal corpo della
madre rimasta vittima di un incidente. Da allora Boomer vive con lei
(e beve la birra del Pub di cui è proprietaria).
8- La prima pubblicità di birra
risale al 4000 A.C. (e non è questa)
Un'iscrizione
che si trova sulle tavolette di Ebla, scoperte nel 1974
dall'archeologo italiano
Paolo Matthiae,
parla proprio della produzione di
una birra che portava lo stesso nome della città. In molti vi hanno
visto una forma di pubblicità
ante-litteram.
Nella
foto, una delle più celebri pubblicità di birra italiane, quella
della Peroni. Era il
1970, e il riferimento
erotico è ancora molto evidente.
9- C'è birra nella stratosfera
Due
americani, Rich Toma e Danny Burns, hanno spedito una lattina della
loro birra preferita, la Natural Light, a 27 chilometri di
altitudine, costruendole attorno un'astronave in polistirolo con
unità Gps e telecamera per filmare il tutto. La lattina è rimasta
chiusa e il lancio è stato completato con successo. La scritta che
si vede recita: "Ehi, alieni! Noi abbiamo portato la birra,
dov'è la festa?"
10- Esistono più 400 tipi di
birra
Tanti
sono quelli che hanno partecipato all'ultima edizione del
Mondial de la biere
di Strasburgo. Ma c'è chi dice che
solo le birre del Belgio siano 400. La più costosa? La
Vielle Bon Secours
in vendita esclusivamente al
Bierdrome di Londra. Prezzo: 780 dollari per una bottiglia… da 12
litri.
In generale le birre si dividono in due famiglie: le
Lager, a fermentazione
bassa (si usano lieviti che fermentano a basse temperature e che
durante il processo fanno depositare la birra sul fondo dei tini) e
le
Ale, a fermentazione alta
(e più forti) ottenute con lieviti che fermentano ad alta
temperatura, garantendo un processo rapido che avviene in superficie.
11- Nel medioevo era tra le bevande
più bevute
Nel
medioevo la birra faceva parte della dieta di alcuni paesi per il suo
ricco contenuto calorico e valori nutritivi. Accadeva soprattutto nel
nord Europa. E in alcuni luoghi veniva servita ai pasti, preferita
all'acqua di cui era più difficile garantire la purezza. Nella
miniatura del
1494
qui sopra, un frate birraio di
Norimberga (Germania).
12- Fa bene (se presa in moderate
quantità)
Secondo
uno studio pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition,
bere moderatamente birra rinforza
le ossa. Il merito sarebbe del silicio, minerale che svolge un ruolo
essenziale per la formazione delle ossa e del tessuto connettivo.
Se erano lontani dalle grandi città, potevano farlo. Tuttavia nelle città più piccole e nei posti lontani, non potevano essere sicuri che quello che potevano ordinare fosse effettivamente il vero "whisky".
Come affermato in un articolo su True West Magazine, le famose marche di whisky statunitensi del periodo includevano Thistle Dew, Old Crow, Hermitage, Old Kentucky, Old Reserve, Coronet, Log Cabin No.1, O.K. Cutter, Chicken Cock e Old Forrester. Le importazioni includevano Dewar's Scotch, Jameson Irish Whiskey e Canadian Club Whisky. Si potevano trovare facilmente nelle grandi città come Denver, Virginia City o Tombstone.
Era meno probabile trovare il whisky importato nei saloon rurali o nelle pozze d'acqua. Era più probabile trovare whisky venduto al barile. Un fornitore, Jesse Moore, offriva tre marchi; AA (il loro migliore), B e C. Il primo veniva venduto per $4 al gallone in un barile o mezzo barile. L'ultimo, d'altra parte, costava $ 3al gallone.
Prima dell'atto "Bottled-in-Bond" del 1897, vi erano tutti i tipi di schifezze nei drink. Un proprietario di saloon senza scrupoli annaffiava spesso il suo whisky per estendere la canna, aggiungendo colore, chiaro di luna e ingredienti discutibili per aumentare il "sapore".
Inoltre, era comune per questi tizi lavare le vecchie bottiglie, riempirle con qualunque cosa avessero nella botte e metterle fuori come "alta qualità" anche se si trattava dello stesso whisky di bassa qualità o in putrefazione che tirava fuori dal rubinetto della canna dietro il bancone.
Con il "Bottled-in-Bond" act, il whisky era certificato e veniva prodotto in una distilleria da un distillatore. Veniva invecchiato sotto la supervisione del governo ed era privo di additivi o di whisky di altre fonti. Così si garantiva il pagamento adeguato delle tasse.
Alcuni cowboy evitavano la bottiglia o il bicchierino e ordinavano un highball o bevande miste molto popolari (come Stone Fence, whisky e sidro dolce su ghiaccio). Nell'alta società non si ordinava uno shot.
Perché vi si svolge il rito della prima colazione, del caffé, di un pasto veloce.
E il desco, o in genere il mangiare, spuntini degustazioni o desinare che sia, è socializzante da sempre.
In Italia, dove la vita sociale è importantissima, i bar sono molto frequentati da cui l'assunto.
Come si preparava il caffè prima dell'invenzione della moka?
La prima caffettiera di cui si ha conoscenza è la jabena, originaria dell’Etiopia: questa è un bricco di terracotta grezza sormontata da uno stretto collo a camino e un minuscolo beccuccio per versare il caffè. Dobbiamo spostarci fino in Turchia per trovare l’Ibrik, il quale ha ancora oggi la duplice funzione di preparare e servire il caffè. E’ un bollitore dalla base larga e il collo molto stretto che non ha mai riscontrato un grande successo nell’Europa Occidentale. Antenato diretto della caffettiera Europea è il bollitore di Bagdad composta da una brocca in metallo, a becco, con il coperchio e il manico ricurvo.
Di Jabeana ne ho una risalente al periodo Sovietico, proveniente dalla Georgia quando ancora faceva parte dell' Unione Sovietica..
Il metodo utilizzato dal XIV al XVIII secolo per preparare il caffè era quello di bollire i fondi. Il problema di separare i fondi dalla bevanda aguzzò l’ingegno di costruttori di macchine da caffè e caffettiere in tutta Europa.
In Francia nacque il Samovar: si metteva la polvere di caffè in un sacchetto di tela immerso nella caffettiera legato ad un piccolo cordone. La caffettiera era sollevata da terra da tre piedini per lasciare spazio ad un piccolo fornello. I Samovar erano principalmente in ottone peltro o rame, sostituiti, più tardi dalla ceramica. Erano diffusi tra i locali pubblici e le famiglie abbienti.
Samovar anche di questo ne ho uno.
Nella metà del 1800, forse stanchi di bersi i fondi del caffè ottenuto per infusione, furono inventate le vacuum. La vacuum è costituita da 2 contenitori, uno inferiore che contiene l’acqua, e una parte superiore che contiene la polvere di caffè. Questo particolare attrezzo viene alimentato tramite una fiamma ad alcool: essendo un sistema chiuso, crea al proprio interno una depressione: l’acqua in ebollizzione sale nel contenitore superiore, solubilizza le sostanze presenti nella polvere, con la a solubilizzazione diminuisce la tensione di vapore, per cui dallo stato gassosso dell’acqua in evaporazione si passa al liquido, questo precipita verso il basso, e viene filtrato da un tappo in sughero, ritornando nel contenitore inferiore. Il caffè ottenuto con questo metodo conserva maggioremente l’aroma fruttato del caffè, donando sentori vegetali e fornendo una minore quantità di sostanze amare.
Nel 1819 il parigino Morize sviluppò una versione rovesciabile di caffettiera; l’invenzione francese ebbe un grande successo in Italia che la perfezionò con la nascita della “napoletana”, di latta o stagno, povera nella finitura ma di grande efficacia per lo scopo. Queste tipologie divennero le più popolari per preparare il caffè.
Caffettiera "Napoletana", ancora in uso ed in vendita su Amazon.
Nel 1933 ad opera di Alfonso Bialetti nasce la moka, come la conosciamo al giorno d’oggi, il metodo più utilizzato in tutta Italia per la preparazione del caffè in casa.
Risale, invece, al 1884 il primo brevetto di una macchina per caffè espresso ad opera di Angelo Moribondo. Il merito di aver industrializzato la macchina per caffè espresso è pero' da attribuire a Luigi Bezzera che nel 1901 ottenne il primo dei suoi brevetti. Anche se il vero pioniere fu Desiderio Pavoni che intuì la grande potenzialità dell’espresso e ne sviluppò la commercializzazione nei locali pubblici.
"Il vino è spia dell'amore.
Ci diceva Nico di non amare
Ma lo tradirono i molti bicchieri
Abbassò la testa e pianse
Nemmeno la corona di viole
Gli rimase stretta sul capo."
(Asclepiade, III sec. d.C.)