Quando si è diffuso il caffè espresso
nei bar?
Rispondo soltanto per quanto riguarda
l'Italia.
Oggi in Italia ci sono circa 150.000
bar che servono, tutti i giorni, 175 tazzine di caffè ciascuno,
contando solo l’espresso semplice. Numeri da capogiro che rendono
l’idea della passione che coltiviamo, quotidianamente, per questa
bevanda calda ed energetica.
Ma se l’origine del caffè è
altrove, tra l’Etiopia, la Turchia e l’Austria, quando è stato
aperto il primo bar in Italia?
Vediamo, allora, una curiosa carrellata
di invenzioni e prime volte tutte italiane del caffè, non tanto
delle vere e proprie esclusive quanto alcune vicende del passato più
o meno lontano che possono renderci fieri.
Avanguardia da questo punto di vista fu
Venezia. Infatti, proprio
sotto i portici di piazza San Marco, sotto le arcate della
Procuratie, fu
aperta nel 1683 la prima
“bottega del caffè”.
Sebbene alcuni anticipino la data
al 1640 oppure addirittura al 1615, il merito dell’inaugurazione e
introduzione in Italia di un’abitudine che si sarebbe diffusa a tal
punto è del medico botanico Prospero Alfino.
Si racconta che, dopo un lungo
soggiorno in Egitto, Alfino fece conoscere ai veneziani questa
bevanda “di colore nero e di sapore simile alla cicoria” che
proponeva come medicinale.
Da Venezia a Torino, Genova, Milano,
Firenze o Roma il passaggio è stato quasi naturale e le “botteghe
del caffè” si sono ampiamente diffuse mutando, decennio dopo
decennio, forma e scopo. Infatti, l’affermazione del “bar” in
Italia è con i caffè Settecenteschi, luoghi di confronto e scambio
degli intellettuali dell’epoca.
Venezia detiene, infatti, anche un
altro prezioso ed esclusivo primato collegato al caffè. Risalgono in
particolare al
1716
i primi esempi di
pubblicità del prodotto: i
primi estimatori avevano la necessità di spiegare ai concittadini le
qualità della bevanda esportata dall’estero.
Scontrino di un bar a Venezia, non il
Florian per dovere di cronaca.
Una pubblicità di successo, si
potrebbe dire, dato che nel 1763 nella sola città lagunare c’erano
ben 218 locali che vendevano il caffè.
Se è vero che il “bar” non è
stato inventato in Italia, come testimonia anche l’etimologia
anglosassone
del termine, ci sono alcune
scoperte legate al caffè che parlano la lingua di Dante. Prima tra
tutte quella della macchinetta del caffè che ha addirittura più di
un padre.
Il primo brevetto fu registrato nel
1884
con il titolo “Nuovi apparecchi
a vapore per la confenzione economica ed istantanea del caffè in
bevanda. Sistema A. Moriondo”. L’inventore era, appunto, il
torinese
Angelo Moriondo
che presentò il suo prototipo
all’Esposizione Universale di Torino dello stesso anno, ma non
trasformò mai l’idea in un vero e proprio prodotto industriale e
commercializzabile.
Cosa che fece, invece, il milanese
Luigi Bezzera con il suo prototipo del 1901. Il brevetto è passato,
in seguito, nelle mani di Desiderio Pavoni che produceva macchine del
caffè in serie, una al giorno, nella sua piccola ditta specializzata
fino al momento in cui vennero effettivamente inventati anche degli
strumenti automatici più tecnologici per la produzione.
E il “genio” italiano segna anche
questo passaggio, opera della Gaggia S.p.A. L’azienda milanese
realizzò nel 1948 la prima macchina da caffè con il funzionamento a
leva, un’innovazione riservata a lungo solamente a bar e locali.
Solo dal 1977, infatti, la produzione venne estesa anche alle
macchine da caffè per uso domestico.
Gli inventori della Moka
Moka, invece, fa rima indiscutibilmente
con Bialetti. E non è un caso, dal momento che proprio
Alfonso Bialetti, nel 1933, ha
inventato questa particolare “macchina” per preparare il caffè.
Da allora il successo è stato
tale per cui sono stati realizzati più di 105 milioni di esemplari e
oggi è esposta nella collezione permanente del Triennale Design
Museum di Milano e addirittura al MoMA di New York.
Trieste, Città del Caffè: lo
sapevi?
Ancor più sorprendente è scoprire che
l’Italia è anche l’unico paese al mondo che ha insignito una
città del titolo di “Città del caffè”. Si tratta, in
particolare, di Trieste, che si è meritata questo epiteto per via
dei ricchi scambi commerciali del porto, della concentrazione di
imprese che si occupano della produzione e della torrefazione,
dell’identificazione della città con la bevanda.
Nel 1999 è stata fondata anche
l’Università del Caffè (a Napoli, ma presto trasferita a
Trieste): un centro che ha l’obiettivo di diffondere i saperi e la
cultura del caffè, preservandone tradizione e qualità. Oggi il
progetto di Ernesto Illy ha 25 sedi nel mondo, dalla Corea del Sud
all’Egitto, e continua ad occuparsi di divulgazione e formazione,
tutto a tema caffè, naturalmente.
ISSpresso, il caffè nello spazio
Che gli italiani non sappiano proprio
fare a meno del caffè è un dato di fatto, ciò che può
sorprenderci è che questa necessità ha anche stimolato l’ingegno.
Un incentivo tale per cui, nel 2015, l’azienda Argotec, insieme a
Lavazza e in partnership con l’Agenzia Spaziale Italiana ha
inventato ISSpresso.
Di cosa si tratta? Una macchina del
caffè espresso a capsule capace di funzionare perfettamente in
condizioni di microgravità come, per esempio, la Stazione Spaziale
Internazionale. Prima del suo genere, per sapere se il risultato è
comparabile con un espresso “terrestre” bisogna chiedere
all’astronauta Samantha Cristoforetti che, durante la sua missione,
ha avuto l’opportunità di provarlo.
La sveglia che fa il caffè?
Potrebbe essere realtà
Si chiama “The Barisieur”, è una
sveglia che prepara il caffè, e non è un prodotto di fantasia, ma
l’invenzione del designer Joshua Renouf. Non si tratta di un frutto
della creatività italiana, ma potrebbe davvero rivoluzionare il
nostro modo di vivere: infatti, si tratta di una normalissima sveglia
digitale con annessa una caffettiera, oppure una teiera, che viene
caricata la sera prima di dormire e si attiva automaticamente al
risveglio.
La sveglia può essere dotata anche di
un piccolo frigo che conserva il latte per chi preferisce il
macchiato freddo, e un cassettino per custodire le zollette di
zucchero. Non ci resta che programmarla e goderci un piacevole sonno
ristoratore, consapevoli che saremo svegliati dal nostro aroma
preferito.
Dalla nascita del primo bar in Italia
al primo caffè nello spazio ne è stata fatta di strada: sono tante
le invenzioni e le innovazioni che hanno cambiato il nostro modo di
goderci il caffè, portandolo sempre più vicino a casa, o a
qualsiasi luogo dove possiamo sentirne il bisogno. Per questo Co.ind,
azienda specializzata nella produzione di caffè, ha diversificato la
sua offerta proponendo caffè in grani, in cialde, in capsule e
macinato: così nessuno resta senza il suo espresso al bar oppure
a letto.